Seo, content is the king

I motori di ricerca, Google in primis, hanno fatto, nel corso anni, diverse modifiche ai loro algoritmi. Queste sono state, a dir poco, pazzesche. Ogni aggiornamento ha provocato modifiche di posizionamento, penalizzazioni di siti e dei veri e propri ban. Chi lavora nel web da anni, proprio come noi, potrà confermare in pieno la cosa.

Nel primo periodo, quando Google iniziava a prender piede nel web offrendo all’utente una ricerca “migliore” rispetto ad altri motori e/o directory di ricerca, risultava abbastanza semplice posizionare un sito web, bastava “abbondare” con la parola chiave in questione. Superare il 10% di keyword density per un sito significava essere in prima pagina, anche per key complesse, questo avveniva oltre 10 anni fa.

Successivamente Google ha iniziato a dare una forte importanza alla popolarità del sito (quanti siti esterni linkano il nostro), quindi, il fattore principale del posizionamento era off-site e non più on-site.

Dopo di qualche anno c’è stato il boom dei siti che contenevano la parola chiave esatta nel nome a dominio, come ad esempio www.venditacase.it. Questo trucchetto ha funzionato per diverso tempo. I siti, dopo un periodo in sendbox (periodo in cui il sito non veniva preso in carico al 100% da Google), balzavano in prima pagina se si aggiungeva un servizio di link building. Ecco come il sito schizzava in prima posizione.

Tutte queste forme per portare il sito in prima pagina hanno portato a delle forme di spam a dir poco assurde, hanno portato ad un’ incremento di vendita di link, sopratutto da siti con PR elevato. Google decide di dire STOP e cambia le sue regole. Da qui l’uscita dei più importanti algoritmi dell’ultimo periodo, Panda e Penguin i quali hanno portato ad uno scompiglio a dir poco assurdo.

Dal primo lancio di Panda, un mare di siti sono stati penalizzati e/o bannati, noi stessi abbiamo mandato all’aria oltre 200 siti, tutti posizionati in prima pagina con quelle che un tempo erano le regole per posizionare un sito web. Gli unici siti rimasti in piedi sono stati i siti di qualità, quei siti in cui abbiamo curato la qualità dei contenuti e tralasciato tecniche di black seo, anche se allora quelle tecniche più che tecniche spam erano dei veri e propri servizi di posizionamento.

Oggi il web è cambiato, oggi gli algoritmi di ricerca puntano ad un unico aspetto che si racchiude nel termine “qualità”.

Abolito il page rank e introdotto da tempo il trust rank (che identifica la qualità di un sito e null’altro), abbiamo diretto la nostra attenzione sull’aspetto e sui contenuti. Sì, i contenuti, considerati l’elemento principe per un sito. Un sito che mostra notizie fresche, contenuti originali e di un certa lunghezza, con una certa costanza, viene premiato da Google con il podio.

La popolarità di un sito non è stata totalmente abbandonata ma, utilizzare parole strategiche nei link in siti esterni comporta una sola cosa, penalizzazione.

Oggi per ottenere risultati concreti sul posizionamento bisogna lavorare molto sui contenuti, i link verranno da soli, ecco perché spesso troverete il termine seo, the content is the king. Curate il testo del vostro sito, il resto viene da sé.

Se decidete di usufruire di un servizio di posizionamento per il vostro sito state molto attenti, il web cambia, gli algoritmi cambiano, affidarsi a chi è rimasto indietro significa avere risultati a dir poco negativi.

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